A cura di Renato De Capua
Apriamo in questa pagina del sito, uno spazio di ampio respiro che possa illustrare la forza dell'energetica valenza poetica della parola e dei suoi battiti "incantati". Si faranno riferimenti ai grandi poeti della tradizione, a quelli contemporanei e agli emergenti, affichè la poesia possa essere sempre più compresa, amata e tesaurizzata.
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Sono tante le prospettive da cui possiamo vedere ed analizzare le cose. Attraverso di esse si colgono nuovi spiragli d'esistenza che esprimono il loro riverbero nella poliedrica realtà che l'uomo vive ogni giorno, ogni notte . E così i giochi di luce ed ombra che la luna proietta sulla Terra, divengono il soggetto di questa poesia del salentino Michelangelo Corvaglia, che, "seduto s'un quarto di Luna", scruta il creato e la sua complessità.
Luce ed ombra
A gambe penzoloni,
seduto s’un quarto di Luna,
scruto ciò che questa torcia
riflettente mi lascia intravedere.
Il Bianco lunare,
e il Nero profondo
s’abbracciano e si dilettano
in virtuosi giochi di luci ed ombre.
Ma nell’ombra
l’occhio non si poggia,
non ci riesce:
le nuvole s’addensano
e la Luna oggi, non cresce.
Perciò mi resta
uno spicchio di luce,
un’amaca
sulla quale m’accascio,
dolcemente cullato.
E sparisco:
in un ultimo quarto;
nello stellato pianto
del cielo notturno,
e nel soffice scontro fumoso
del pavimento celeste.
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I seguenti versi di Fernando Pessoa, trasportano l'anima per lidi impervi,solitari e magicamente limpidi . . . lidi dove è presente soltanto il "mare eterno assorto / nel suo mormorare" e "un leggero timore" che aleggia tra i cuori di due amanti che ricercano loro stessi, inseguendosi, tra i flutti delle onde marine...
Al di là
Al di là del porto
c'è solo l'ampio mare...
Mare eterno assorto
nel suo mormorare...
Come è amaro stare
qui, amore mio...
Guardo il mare ondeggiare
e un leggero timore
prende in me il colore
di voler avere
una cosa migliore
di quanto sia vivere...
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Siamo circondati dalla musica . Questo mondo pullula di magiche melodie che s'innalzano per i cieli sconfinati e stellari del non essere . . . esse , come recita la poesia di Charles Baudelaire, ci cullano "sull'immenso abisso" dell'ora e del poi ...
La Musica
Spesso la musica mi porta via come fa il mare. Sotto una
volta di bruma o in un vasto etere metto vela verso
la mia pallida stella.
Petto in avanti e polmoni gonfi come vela scalo la cresta
dei flutti accavallati che la notte mi nasconde;
sento vibrare in me tutte le passioni d'un vascello che dolora,
il vento gagliardo, la tempesta e i suoi moti convulsi
sull'immenso abisso mi cullano. Altre volte, piatta bonaccia,
grande specchio della mia disperazione!
Charles Baudelaire
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Parole che descrivono la bellezza complessa e dal retrogusto un po' amaro degli scenari del nostro Sud...
Cade a pezzi a quest'ora sulle terre del Sud
un tramonto da bestia macellata.
L'aria è piena di sangue,
e gli ulivi, e le foglie del tabacco,
e ancora non s'accende un lume.
Un bisbigliare fitto, di mille voci,
s'ode lontano dai vicini cortili:
tutto il paese vuole far sapere
che vive ancora
nell'ombra in cui rientra decapitato
un carrettiere dalle cave. Il buio,
com'è lungo nel Sud! Tardi s'accendono
le luci delle case e dei fanali.
Le bambine negli orti
ad ogni grido aggiungono una foglia
alla luna e al basilico.
Vittorio Bodini
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Spesso capita di chiedersi da cosa nasca una poesia o come poterla scrivere. Di certo non esiste una risposta chiara ed unilateralmente valida.Questi versi di Alda Merini ce ne danno testimonianza . . .
Le più belle poesie
Le più belle poesie
si scrivono sopra le pietre
coi ginocchi piagati
e le menti aguzzate dal mistero.
Le più belle poesie si scrivono
davanti a un altare vuoto,
accerchiati da argenti
della divina follia.
Così, pazzo criminale qual sei
tu detti versi all’umanità,
i versi della riscossa
e le bibliche profezie
e sei fratello a Giona.
Ma nella Terra Promessa
dove germinano i pomi d’oro
e l’albero della conoscenza
Dio non è mai disceso né ti ha mai maledetto.
Ma tu sì, maledici
ora per ora il tuo canto
perché sei sceso nel limbo,
dove aspiri l’assenzio
di una sopravvivenza negata.
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La notte è sempre stata sin da tempi antichissimi fonte di grande ispirazione poetica . La seguente poesia del salentino Valerio Barone, scandisce i ritmi frenetici di un'inquietudine tormentosa che trova magicamente ristoro in un rifugio,un mite e sicuro rifugio notturno . . .
Rifugio notturno
Il mio rifugio notturno è l'angolo della
pace, conosce di me ogni singolo respiro.
Nella notte scruta e cattura i sentimenti
all'uomo proibiti,segreti che solo
l'inconscio può assaporare,
dispersi ormai nei più profondi abissi
dell'immaginario.
Il mio rifugio notturno può cullarci . . .
metterci al riparo dalle maligne e oscure
tenebre...
Ci fa viaggiare in mondi paralleli alla
fantasia.
É ricco di sorprese . . .
vieni con me! Riposiamo! Lasciamoci
trasportare come un vascello nel mar
tempestoso.
Non devi aver paura,non lasciarti
impadronire dal monotono,sii libero !
Sentiamci liberi udendo il vento che
soffia nelle orecchie ormai sorde . . .
finalmente sono in grado di ascoltare la
mia anima . . .
questo... questo è il mio rifugio notturno.
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Questi versi di Salvatore Toma instaurano un rapporto raffinato di similutidine tra il vento,la vita e la sua fine, che alla luce di queste parole può essere considerata come un nuovo inizio...
Vento leggero che parli
con voci di foglie
che apri i germogli
e li fai trepidare
nella primavera.
Vento che asciughi
i panni, bianchi
come visi di bambini,
e a volte con dolcezza
il sudore della fronte,
fa’ che la mia morte
sia liscia, serena
come il tuo respiro.