Il 13 novembre di 1660 anni fa, nasceva Sant’Agostino.

 

Il 13 novembre di 1660 anni fa, nasceva Sant’Agostino.
In occasione dell’anniversario della nascita, ci piace ricordarlo  con alcuni brani significativi tratti dai suoi scritti e con due poesie molto belle: “Tardi t’amai” e “La morte non è niente”

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L'uomo è ciò che ama
« Infatti, ciascuno è ciò che ama. Ami la terra? Sarai terra. Ami Dio? Che cosa devo dire? Che tu sarai Dio? Io non oso dirlo per conto mio. Ascoltiamo piuttosto le Scritture: Io ho detto: "voi siete dèi, e figli tutti dell'Altissimo". Se, dunque, volete essere dèi e figli dell'Altissimo, non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. »
(da In epistolam Ioannis ad Parthos)

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Dunque, una volta per tutte, ti viene proposto un breve precetto: ama, e fa ciò che vuoi. Se tu taci, taci per amore: se tu parli, parla per amore; se tu correggi, correggi per amore; se tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la radice dell'amore; e da questa radice non può derivare se non il bene. [...] »
(Agostino d'Ippona, "In epistolam Ioannis ad Parthos", discorso VII, 8)


TARDI T'AMAI


Tardi t'amai, bellezza infinita,
tardi t'amai, tardi t'amai,
bellezza così antica
e così nuova.
Eppure, Signore,
tu eri dentro me ma io ero fuori;
deforme com'ero guardavo la bellezza
del tuo creato.
Eri con me e invece io,
Signore non ero con te;
le tue creature mi tenevano lontano,
lontano da te.
Tu mi chiamasti e quella tua voce
squarciò la sordità;
tu balenasti e fu dissipata
la mia cecità.
Tu emanasti il dolce tuo profumo:
di te ho fame e sete:
tu mi hai toccato
ed ora io anelo alla tua pace.

LA MORTE NON È NIENTE


La morte non è niente.
Sono solamente passato dall'altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.

(A cura di Alessia S. Lorenzi)

 

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